È la tecnica terapeutica sviluppata da Alexander Lowen intorno ad un concetto importante, cioè corpo e mente si influenzano l’un l’altra: sembra cosa banale, ma non lo è.
Oggi finalmente è attestato dalla clinica e dalla scienza che siamo un sistema unico: pertanto come sistema unico funzioniamo come un organismo, quindi in termini di equilibri energetici.
L’energia è un concetto chiave, non facilmente spiegabile: è come la benzina per l’auto: se il nostro serbatoio di benzina è vuoto non avremo energia, sia per il fare quotidiano che per costruire il nostro progetto di vita.

In altri casi la benzina c’è, ma è ‘occupata’ ovvero è bloccata in tensioni o blocchi corporei che tengono impegnata la nostra energia e contratta la nostra muscolatura corporea, con il risultato di tensioni croniche -fino al dolore più acuto- e di poca energia disponibile.
Nel corso della vita, ognuno di noi iscrive – nel corpo e nella mente – emozioni, sentimenti e pensieri che sorgono in risposta agli stimoli provenienti dall’ambiente esterno: e quanto più tali stimoli sono gravi, come nel caso di veri e propri eventi traumatici, tanto più lasciano segni indelebili. Per difenderci da questi traumi adottiamo, fin dall’infanzia, una “struttura” che ci consente di non percepire emozioni e sentimenti con i quali non riusciamo a convivere: dolore, paura, rabbia. Tale struttura, come ha capito per primo Wilhelm Reich, rappresenta la “memoria” del corpo e, nel corpo, è rappresentata proprio dalle contrazioni muscolari: dove c’è contrazione non scorre energia, e dove non scorre energia non riusciamo a “sentire”. Questa struttura è un sistema difensivo che tende col tempo a diventare cronico permanendo anche quando l’evento traumatico originario è passato, si chiama “corazza caratteriale” ed è quella che viene vista e lavorata nel percorso terapeutico bioenergetico.

opera di Roberta Milan

Meraviglia dello stare bene
quando le formiche mentali
non partoriscono altre formiche
e si sta leggeri come capre sulla rupe
della gioia.

Mariangela Gualtieri

La Bioenegetica ha un ruolo chiave anche all’interno della psicosomatica, poiché riconoscendo e ristabilendo la corrispondenza biunivoca tra le emozioni e le sensazioni corporee, aiuta a “ridare voce” al corpo e quindi a comprendere molti sintomi e malesseri che spesso sono relegati in un’area inspiegabile.

Il percorso bioenergetico si fonda su passaggi di consapevolezza, sul riportare alla coscienza pezzi di vissuto nel lavoro di integrazione mente / corpo, pertanto nella mia esperienza clinica si accompagna con altre tecniche orientate al corpo e alle emozioni, come la Mindfulness, la disciplina che nasce dalla meditazione orientale per aiutarci a riportare l’attenzione su noi stessi e i nostri processi interni.

Questi sono concetti chiave per comprendere il lavoro che fa la Psicoterapia Bioenergetica in costante contatto tra la propria storia personale (area psico) e il proprio corpo che racconta questa storia e che trattiene l’energia in termini di blocco muscolare e strutturale (area corporea)

Dalle parole dirette ed eloquenti del suo fondatore, A. Lowen: “la bioenergetica è una tecnica terapeutica che si propone di aiutare l’individuo a tornare ad essere con il proprio corpo e a godere nella vita con quanta pienezza possibile per aiutare le persone a riconquistare la propria natura primaria, la condizione di libertà, lo stato di grazia e la qualità della bellezza

La Bioenergetica non è solo terapia individuale, ma anche incontri di gruppo dove si fanno insieme gli esercizi che Lowen chiamò classi di esercizi bioenergetici.

BIBLIOGRAFIA
A. Lowen e L. Lowen, Espansione e integrazione del corpo in bioenergetica, 1979
A. Lowen, Bioenergetica, 2004
W. Reich, Analisi del carattere, 1933